La Stanza dei Desideri

La Stanza dei Desideri
Perche' io sono la prima e l'ultima, Io sono la venerata e la disprezzata, Io sono la prostituta e la santa, Io sono la sposa e la vergine, Io sono la mamma e la figlia, Io sono le braccia di mia madre, Io sono la sterile, eppure sono numerosi i miei figli. Io sono la donna sposata e la nubile, Io sono colei che da' la luce e colei che non ha mai procreato, Io sono la consolazione dei dolori del parto. Io sono la sposa e lo sposo, E fu il mio uomo che mi creo'. Io sono la madre di mio padre, Io sono la sorella di mio marito, Ed egli e' il mio figliolo respinto. Rispettatemi sempre, Poichè io sono la scandalosa e la magnifica.

venerdì, maggio 31, 2013

Riflessi

Nel buio della notte ci siamo incontrati, come timidi amanti cullati dal buio.
Sto cercando di riordinare il caotico guazzabiglio che sono i miei pensieri, che nelle lunge giornate Londinesi mi tengono svelgia, rinchiosa nel mio stesso camerino, o negli alloggi di Les Amnes....
E' così delicato, il mio Sèbastian, così ricco di insicurezza....ancora combattuto fra quello che realmente è ed il riflesso che di sè vede negli altri...Lo guardo e vedo la sua figura riflessa in uno specchio increspato da mille fratture, ognuna delle quali riflette un immagine diversa di sè. Così io lo sento. Ed il mio sangue risanerà quelle crepe fino ad avere di lui una sola ed unica immagine, l'immagine che io voglio.
Questo è quello che farò, con lui.
Lo curerò, lo terrò per mano. 
Mi ha chiesto di Lui, e quando suo nome è uscito dalle labbra di Sèbastian il mio cuore ha tremato, memore della discussione che ho avuto con Henry proprio riguardando il mio piccolo gioco.
Ho paura della reazione di Henry, lo ammetto. Ma non è la sua rabbia che temo, solo il suo dolore.
Henry.....ho chiesto a Charlotte di distrarlo, in mia assenza....le ho fin confessato il mio turbamento nei suoi confronti... riesco ad amarlo davvero a tal punto da esserne indebolita?
Lui non approverebbe questo pensiero. Devo cancerllarlo dalla mia mente.

Il viaggio verso la Germania, verso Sigfrid è prossimo.

Forse la distanza ordinerà i miei pensieri.

mercoledì, maggio 29, 2013

Senso di colpa?

E' una sensazione che fatico a comprendere.
E' una piccola spina molesta conficcata nel mio cuore dannato.
Mi priva del sonno, mi fa mancare il respiro.
Solamente quando sono con lui, il dolore sembra attenuarsi.
Quando egli mi è lontano, cresce la cupa consapevolezza di averlo feito.
Senso di colpa?
Ho forse sbagliato?
No, non posso lasciarmi trascinare dalla burrascosa passione che provo per lui. Deve ricordarsi quale è il suo posto, io suo ruolo.
Eppure, eppure....non riesco a togliermi dalla mente il suo sguardo, quando ho pronunciato quella frase.
Indispensabile.
No, non lo è ovviamente. Infondo nemmeno io.
Ma, invece, non lo è per me, indispensabile?
Ho atteso per così tanti decenni qualcuno come lui, qualcuno che rapisse il mio cuore come solo Francois aveva fatto.

Perchè l'ho calpestato?

Che io sia dannata

lunedì, maggio 27, 2013

Teatro

Famiglia. È stato per me questo negli anni passati a Londra.
Passione. Per me a Parigi.
Perdizione. Nelle corti.

Ed ora cosa rimane di tutto questo ? Cosa della mia famiglia, che non mi conosce e che a stento mi riconosce ? Pensano di essere stati abbandonati. Non sanno . Non potranno mai sapere.
La loro ignoranza , il mio silenzio , il nostro distacco ,
Ecco... È il mio cuore che piange ancora

domenica, maggio 26, 2013

Lui

[ Solo il disegno di un paricolare, sola il disegno del profilo di un uomo addormentato, scarabocchiato a carboncino sulla carta consumata. Un profilo elegante, i capelli sparapagliati sul volto angelico. Il disegno rovinato dalla numerose carezze fatte con le dita della stessa Catherine, come in un gesto maniacale e possessivo]

Eredità

Ci sono stati giorni in cui ho guardato sorgere il sole fino a bruciarmi gli occhi, sperando di colgliere in quell'attimo una visione diversa del mondo, o forse nella speranza di rivedere Farncois.
Cosa stiamo facendo, Padre? E' questo quello che tu volevi? E' questo quello per cui hai combattuto nei secoli? Quando mi hai abbandonata, non mi hai lasciato volontà o parole, solamente un cupo e sordo silenzio, fatto della tua assenza, fatto del mio dolore.
Padre mio, mio amante immortale. Tu che sei stato per me salvatore e assassino. Tu che mi hai tenuta fra le braccia quando piangevo la morte del mio unico figlio mortale, tu che hai ricostruito pezzo per pezzo il mio corpo ed il mio animo. Sono davvero diventata quello che desideravi per me? Davvero ho accolto la tua eredità?
Cosa devo fare, Francois? Cosa ancora?
Vorrei solo tornare a Parigi, la nostra Parigi, per abbracciare il tuo corpo privo di vita. Vorrei poterti parlare, domandare, chiedere, inerrogare....cosa devo fare, adesso?


sabato, maggio 25, 2013

Sébastian

Cosa è per me il giovane Narcisse?

Forse all'inizio un gioco, un burattino fragile da tenere in bilico sul precipizio della morte.
Che mi sia invaghita di lui perchè il suo animo sanguinante mi ricorda il mio fragile Adrien?
Che le parole di Henry siano ancora, anche questa volta, inesorabilmente vere?

Eppure materno è l'affetto che provo per lui.
Dolce il senetimento che mi lega alla sua anima tremante.

Lo voglio tenere per mano, verso la strada della Perfezione.
Voglio plasmarlo e modellarlo per essere un perfetto erede.
Voglio che cammini fra i mortali come essere supremo.

Voglio trasformarlo in farfalla.
Voglio che sbocci con il mio sangue.

Voglio amarlo e cullarlo. Crescerlo e nutrirlo. Istruirlo e tenerlo per mano. Voglio tenerlo accanto a me. Voglio amarlo e sostenerlo.


Sì, voglio che sia la mia perfetta farfalla. 

Henry

Henry.
Il tuo nome è un pungnale nel mio cuore, così come tu sei una corona di spine per il mio regno.
Ti ho detestato con la presunzione di chi non conosce, quando LEI ti aveva preso con sè. Lei, che per me, ti ha creato, alla fine. Eri così insopportabilmente legato al Lei, così diverso da Lui.
Ti avrei strappato il cuore dal petto quando ancora batteva, così come da morto.
Ti ho odiato. Sì. 

Come è stato possibile?
Come siamo arrivati ad essere Noi?
Cosa è successo negli anni?

E' stato forse l'ostinato amore per te che LEI provava, che ci ha avvicinati, se lei ti amava, avrei dovuto farlo anche io.
Ed ecco che ti ho visto. Ho visto il tuo ego così perfettamente modellato sulle aspettative degli altri. Ho visto le tue maschere susseguirsi sul tuo volto. Ho sentito la tua voce cambiare e sussurrare le parole che volevano essere sentite.
Che io stessa sia stata ingannata?
Come avevo fatto a non capire subito quanto drammaricamente uguali eravamo nelle emozioni? Quanto simili le nostre aspettative e desideri? Pur essendo così diversi nei modi di agire, condividevamo un sogno. Il sogno di dominare questo mondo di balbettanti ed inutili burattini.

E poi c'è stato Adrien.
Più ti amavo, più lui mio odiava. Piu mi allontanavo da te per compiacerlo, più di te sentivo il bisogno.

Se grazie a Lain ho imparato ad amarti, grazie ad Adrien ho imparato a desiderarti.

Ed ora? dopo dieci anni, cosa siamo diventati, Henry?

Siamo davvero una Famiglia, noi?
Siamo davvero amanti, noi?

Cosa siamo, diventati?

Ciò che provo per te è così soffocante, il desiderio che ho di averti vicino mi consuma di una passione che una mente umana non può comprendere. La bramosia del sangue è pari al mio bisogno di averti accanto. E' soffocante. Soffocante ed ineluttabile.

Ma non c'è solo desiderio, no, non solo. Dannazione, sarebbe così semplice.

Fiducia. Sì. Sei il mio più caro confidente, con te solo le mie parole sono sincere.

Amore. 

Senso di protezione.

Possessione.

Se sei tutto questo per me, come ho potuto oggi ferirti consapevole di quello che stavo facendo?
Come ho potuto?
Senso di possesso. Comando.

Sono stanca. Stanca e confusa.
Stanca e priva di forze.
Stanca e svuotata.

Voglio .... Ti voglio.....
Ti voglio qui....
Ti voglio con me....

Henry


Londra, 1410, venticinquesimo giorno del mese di maggio

In questa stanza, ritrovo cose dimenticate.
Ritrovo persone scomparse nella memoria.
Ritrovo me stessa.
Quanti anni sono passati dall'ultima volta che sono stata qui, a scrivere? Circondata dai volti di coloro che ho ucciso. 
Ci sono volti che mi guardano, con occhi di vetro.
Ci sono volti esangui disegnati in ogni angolo, a tenermi compagnia.
La Collezione dei Dormienti.
Ricordo quando scrivevo di te, mio amore, mia Lain. Ricordo di quando scrivevo del mio tormentato figlio, del mio Adrien
Bruciati e smarriti quei pensieri.  Consumati dalla rabbia del momento.
Eppure tornare qui, a scrivere, mi riporta in quel nero baratro di pensieri e desideri.

Lain.

Nessuno come te sarà mai il mio amore.

Lain.

Mia creatura perfetta.
Perfetta. 
Sì, perfetta concertizzazione dei miei desideri più profondi.
La mia bambina. La mia creatura. La mia Famiglia.
Quanto ho pagato per averti con me, Lain?
Ed ora sei di nuovo lontana.
Ma no, non importa infondo. Farei straziare il mio corpo da quei Krypteia centinaia e centinaia di volte.
Non mi pento. Anche se ho dovuto dirlo. Non mi pento di averti avuta con me. 
Pasteggino con le mie carini quante volte vogliono, mangino il mio corpo fino a scoprimi le ossa, lo facciano ancora, ed ancora, non mi importa. 
Lain.

Oggi non riesco che a pensare a te, perchè? Forse per Sébastian. Forse.
Forse per Adrien. Forse.
Non lo so, ma il dolore mi consume così profondamente che l'unica cosa a cui riesco pensare è il sangue.