Sto cercando di riordinare il caotico guazzabiglio che sono i miei pensieri, che nelle lunge giornate Londinesi mi tengono svelgia, rinchiosa nel mio stesso camerino, o negli alloggi di Les Amnes....
E' così delicato, il mio Sèbastian, così ricco di insicurezza....ancora combattuto fra quello che realmente è ed il riflesso che di sè vede negli altri...Lo guardo e vedo la sua figura riflessa in uno specchio increspato da mille fratture, ognuna delle quali riflette un immagine diversa di sè. Così io lo sento. Ed il mio sangue risanerà quelle crepe fino ad avere di lui una sola ed unica immagine, l'immagine che io voglio.
Questo è quello che farò, con lui.
Lo curerò, lo terrò per mano.
Mi ha chiesto di Lui, e quando suo nome è uscito dalle labbra di Sèbastian il mio cuore ha tremato, memore della discussione che ho avuto con Henry proprio riguardando il mio piccolo gioco.
Ho paura della reazione di Henry, lo ammetto. Ma non è la sua rabbia che temo, solo il suo dolore.
Henry.....ho chiesto a Charlotte di distrarlo, in mia assenza....le ho fin confessato il mio turbamento nei suoi confronti...
Lui non approverebbe questo pensiero. Devo cancerllarlo dalla mia mente.
Il viaggio verso la Germania, verso Sigfrid è prossimo.
Forse la distanza ordinerà i miei pensieri.