La Stanza dei Desideri

La Stanza dei Desideri
Perche' io sono la prima e l'ultima, Io sono la venerata e la disprezzata, Io sono la prostituta e la santa, Io sono la sposa e la vergine, Io sono la mamma e la figlia, Io sono le braccia di mia madre, Io sono la sterile, eppure sono numerosi i miei figli. Io sono la donna sposata e la nubile, Io sono colei che da' la luce e colei che non ha mai procreato, Io sono la consolazione dei dolori del parto. Io sono la sposa e lo sposo, E fu il mio uomo che mi creo'. Io sono la madre di mio padre, Io sono la sorella di mio marito, Ed egli e' il mio figliolo respinto. Rispettatemi sempre, Poichè io sono la scandalosa e la magnifica.

martedì, giugno 25, 2013

Lui

Amarti e desiderarti è come un eterno soffocare in dense acque scure
E mi perdo, annegando nella lontananza del tuo corpo
Mi dispero, nell'assenza del tuo sangue
Desidero, perdermi nella tua bocca.
Il mio corpo offerto come banchetto ai tuoi denti
Il mio sangue promessa di amore e appartenenza

Mi mancavi.

mercoledì, giugno 19, 2013

Famiglia?

Il Teatro è sempre stata casa, per me.
Un tempio sicuro dove venerare l'arte, dove trovare conforto alle mie sofferenza,  distrazione ai miei pensieri. E gli Artisti? Sono sempre stata Famiglia. 
Ed ora? Cosa sono? dei figli da riconquistare?
Ho compreso la loro rabbia, l'ho soppesata, l'ho accettata. Hanno dovuto affrontare da soli dolore e sofferenza, senza di me.
Quante volte dovò essere crocefissa per ottenere il loro perdono?
Quanto il mio cuore per questa famiglia è grande?

Ho parlato con un giovane musico, giunto a teatro durante la mia assenza. Dice che dovrei esser più presente alle loro attività. Eppure alcune non le posso condividere, io...il cameratismo ha dei limiti, dei paletti, per la mia persona. Io ho certi principi. Credo in un certo tipo di arte e studio. Di perseveranza e rigore.

Li seguirò. Nelle loro lezioni. Nei loro spettacoli.
Parlerò con loro se vorranno. Li ascolterò se servirà
Forse, riderò anche.



domenica, giugno 16, 2013

Dell'amore e della rabbia

Scusarsi è difficile come mandar giù un pugno di chiodi e spilli.
Ho sentito le punti conficcarsi nella gola, rigare lemie corde vocali, abbandonarsi nel mio esofago mentre le glutivo. Ognuna di esse era un ammonizione ed un pensiero.
Eppure, credo sia stata la cosa iù giusta da fare. Molto è il peso che carico sulle sue spalle. L'ambizione certo lo guida, la mia fiducia, non è mai venuta meno. Ma no, lui deve sentirsi indispensabile. Lo deve sapere.
Ho avuto paura, molta paura, una paura quasi umana, che non provavo da tempo. Era la paura di averlo ferito. Era questo che provavi, Francois, quando mi insegnavi il mio posto nel mondo?
Ora, rimane solo il grande bisogno di lui.


Mia caro giovane amico...cosa ti hanno fatto? 
Chi ha osato, farti questo?
Come hanno potuto?
Sono forse protettori delle tenebre? Coloro che dovrebbero cerlare  i nostri segreti e premurarsi dei nostri bisogni? 
Gli hanno chiesto se era un ombra, chi altri poteva essere se non loro?
Come hanno potuto? Chi ha dato loro questo ordine?
Dovrò fare chiarezza su questa cosa.
Dovrò punire.
Ferire.
Uccidere.

mercoledì, giugno 12, 2013

...

L'aria di questo luogo è rimasta densa e polverosa come ricordavo.
Ci ho messo tutto questo tempo per scendere nuovamente qui, da te, mio amore.
Come stai?
Mi manchi così tremendamente, non c'è giorno  o notte che non pensi a te.
Mia creatura perfetta.
Mia eterna bambina.
Cosa stai facendo, adesso?
Cosa stai pensando, adesso?
Sono sola, senza te.
Solo sola.

martedì, giugno 11, 2013

Soldi...Soldi..ed ancora Soldi

[ pagina scarabocchiata con un susseguirsi di numeri, disegni di vare parti del teatro, cifre cancellate, sottolineature]

Troppi. I soldi per sistemare il Teatro sono troppi.
Vi era un tempo che la Corona stessa avrebbe pagato questa cifra senza problema alcuno. Ora mi ritrovo a raccimolare penny a destra e manca, quasi dovessi elimosinarne.

Tutti questi anni senza manutenzione, tutti questi anni  di usura...

Bisogna dare lustro non solo all'Arte ma anche al suo Tempio.

Scriverò a Jaques. Non vi sono molte alternative.

domenica, giugno 09, 2013

Londra, Rientro

Casa.
Questa parola ha un sapore metallico nella bocca.
Ha il sapore del sangue.
Henry.
Questa parola ha un sapore più dolce, ha il suo sapore.
Sébastian.
Miele e mandorla.
 
Londra.
Non capisco ancora il sapore di questa parola. In un primo momento mi sembra dolce, quasi stucchevole, ma presto questo sentore sparisce, per lasciare spazio ad un retrogusto acre.

Vi sono molte faccende che devo sbrigare, molte faccende che attendono di essere risolte, altre di essere....avviate.

Casa.

martedì, giugno 04, 2013

Francoforte, Germania, quarto giorno di viaggio

Il tempo si è fatto clemente. Questa sera mi ha accolto una tiepida nottata dal cielo terso costellato da una moltitudine di piccole stelle, lanciate qua e la a piccoli gruppi per decorare la volta celeste.
Sigfird ha indetto una grande festa, lunghe tavolate di cibo per mortali, danze tradizionali e mangiafuoco.
"Questa sera, mia diletta, allevierò il tuo stanco spirito, domani discuteremo di quanto la situazione richiede" mi ha detto solo questo, prima di prendermi per mano per condurmi in mezzo alla sua corte.
E' stata una serata calda di vini, musiche, fuochi e risate della gente.
Nulla di pretenzioso, nessuno che invocasse il mio, oppure il suo nome. Tuttavia è stato rilassante. Le pressioni di Londra hanno allentato appena la presa sulle mie spalle, lasciandomi ridere e ballare, come se non avessi nuessuno a cui rendere conto.
Abbiamo così danzato con i mortali e fra i mortali, ce ne siamo saziati fino ad esserne ebbri, per poi abbandonarci a guardare le stelle.
Dove sono finiti questi giochi e questi piaceri a Londra?
Ma non  devo pensarci, non ora. Ora voglio ancora godere di quella sensazione di libertà che ho provato.
Voglio continuare a guardare le stelle.

lunedì, giugno 03, 2013

Francoforte, Germania, terzo giorno di viaggio


La carrozza sobbalza pesantemente lungo la strada dissestata dalla pioggia torrenziale, che sembra non volermi abbandonare mentre attraverso le terre tedesche in direzione di Francoforte.
I fiumi si sono gonfiati di acque marroni, dense di terra, che hanno rotto gli argini ed invaso i campi circostanti. L'erba è di un verde intenso e brillante, carica di acqua, tanto da risplendere anche di notte.
Il viaggio è lungo e molesto.
Francoforte si delinea all'orizzonte in una tiepida alba bagnata.
Le strade sono addormentate dalla piovosa notte.
Gli abidanti intorpiditi da questa pigra primavera, che tarda a scaldare la terra.
L'acqua del fiume è strabordante, sfiora i ponti della città, minacciandola.
Vista da lontano, sembra quasi una rappresentazione allegorica. La ricca città bagnata da un tiepido raggio di sole che sfugge alle nuvole sullo sfondo, in primo piano la minacciosa piena del Meno, pronto a travolgere gli ignari e benestanti abitanti.
Sigfrid Van Drauth mi attende. Arroccato nel suo palazzo. Circondato da pietra e sangue.
Ancora poche ore di viaggio.
Ancora poche ore di sordi e cupi pensieri.


domenica, giugno 02, 2013

Mare Britannico, davanti a Calais, Francia, secondo giorno di navigazione

  -->
La pioggia totura incessantemente il ponte della nave, rimbombando molesta nei miei alloggi, nella cambina. Il viaggio, sotto i colpi di questa grigia e continua tempesta, sembra ancora più lungo. L’odore della salsedine e della pioggia gonfia l’aria umida ed appiccicosa, rimane sulla pelle, nel sangue delle persone. Non mi piace. 
Stiamo giungendo al porto di Calais, dovemi attende la carrozza che lenta mi porterà nelle Terre di Germania.
Calais.
I ricordi raggiungono la mia mente come una luce troppo fioca nella nebbia. E' lo stesso porto da cui sono partita per tornare a Parigi anni fa, lasciandomi alle spalle il dolore che solo Londra è riuscita a procurarmi. 
L'idea di rivedere le sue mura mi infastidisce. Vorrei bruciasse fra le fiamme. 



Mi ritrovo nuovamente qui a pensare, cullata in malomodo dalle onde, mentre il ritmico ondeggiare della lampada produce sulle pareti della cabina scure ombre dall’aspetto minaccioso, i miei pensieri.
Troppo a lungo ho indugiato, troppo a lungo mi sono concessa di non voler interferire con loro, per farmi amare. Ora è giunto il momento di muovere nuove pedine, stupirli, cambiare le carte in tavola.
Il Consiglio ha chiesto i Krypteia. Il consiglio mi ha ricordato la mia promessa, il mio ennesimo dovere. Si ricorderanno, di questi miei sacrifici , in futuro? 
Si ricorderanno quello che mi hanno obbligata a soffrire, nel corpo e nello spirito?
Avranno il loro sangue mortale, sì, lo avranno. 
Noi gli daremo quello che hanno chiesto. Il debito sarà finalmente saldato. Potrò chiudere definitivamente i conti con quanto ho fatto sia per Lain che per Adrien. 
La mia redenzione sarà completa.
Piove. Continua a piovere. Il rumore mi riempie la testa. Gli odori sono sempre gli stessi, sopra questa nave, non cambiano. 
Sale e persone.
Mi si stringe la gola.
Poche ore ancora e saremo a Calais. Dannata Calais.