La Stanza dei Desideri

La Stanza dei Desideri
Perche' io sono la prima e l'ultima, Io sono la venerata e la disprezzata, Io sono la prostituta e la santa, Io sono la sposa e la vergine, Io sono la mamma e la figlia, Io sono le braccia di mia madre, Io sono la sterile, eppure sono numerosi i miei figli. Io sono la donna sposata e la nubile, Io sono colei che da' la luce e colei che non ha mai procreato, Io sono la consolazione dei dolori del parto. Io sono la sposa e lo sposo, E fu il mio uomo che mi creo'. Io sono la madre di mio padre, Io sono la sorella di mio marito, Ed egli e' il mio figliolo respinto. Rispettatemi sempre, Poichè io sono la scandalosa e la magnifica.

lunedì, giugno 03, 2013

Francoforte, Germania, terzo giorno di viaggio


La carrozza sobbalza pesantemente lungo la strada dissestata dalla pioggia torrenziale, che sembra non volermi abbandonare mentre attraverso le terre tedesche in direzione di Francoforte.
I fiumi si sono gonfiati di acque marroni, dense di terra, che hanno rotto gli argini ed invaso i campi circostanti. L'erba è di un verde intenso e brillante, carica di acqua, tanto da risplendere anche di notte.
Il viaggio è lungo e molesto.
Francoforte si delinea all'orizzonte in una tiepida alba bagnata.
Le strade sono addormentate dalla piovosa notte.
Gli abidanti intorpiditi da questa pigra primavera, che tarda a scaldare la terra.
L'acqua del fiume è strabordante, sfiora i ponti della città, minacciandola.
Vista da lontano, sembra quasi una rappresentazione allegorica. La ricca città bagnata da un tiepido raggio di sole che sfugge alle nuvole sullo sfondo, in primo piano la minacciosa piena del Meno, pronto a travolgere gli ignari e benestanti abitanti.
Sigfrid Van Drauth mi attende. Arroccato nel suo palazzo. Circondato da pietra e sangue.
Ancora poche ore di viaggio.
Ancora poche ore di sordi e cupi pensieri.