La Stanza dei Desideri

La Stanza dei Desideri
Perche' io sono la prima e l'ultima, Io sono la venerata e la disprezzata, Io sono la prostituta e la santa, Io sono la sposa e la vergine, Io sono la mamma e la figlia, Io sono le braccia di mia madre, Io sono la sterile, eppure sono numerosi i miei figli. Io sono la donna sposata e la nubile, Io sono colei che da' la luce e colei che non ha mai procreato, Io sono la consolazione dei dolori del parto. Io sono la sposa e lo sposo, E fu il mio uomo che mi creo'. Io sono la madre di mio padre, Io sono la sorella di mio marito, Ed egli e' il mio figliolo respinto. Rispettatemi sempre, Poichè io sono la scandalosa e la magnifica.

venerdì, agosto 30, 2013

...

Ho bisogno di toccarti.....

giovedì, agosto 29, 2013

Tutto

Vuoi tutto? Ma ancora non sai, non conosci cosa è il tutto. William
Ieri sono quasi impazzita per non affondare i miei denti nella tua carne.
Mi sono sentita così trascinata, disperatamente, trascinata verso il ritmico e placido pulsare della tua vita.
Ancora due mosse. E capirai.

lunedì, agosto 26, 2013

Save me

Quanto ancora dovrò aspettarti?
Quante ore, giorni o settimane?
Sei tornato, sì. Lo so. Ma non ancora da me.
Dove sei?
Cosa pensi?
Per quanto ancora mi dovrò distrarre?
Questa lontananza, è insostenibile.
Brucia sotto la pelle.
Brucia nel profondo del mio corpo.
E' un baratro senza fine nel quale io cado, infinite volte, infinite ore... e non c'è fondo , ad accogliermi. Nemmeno la dura pietra.
Un eterna caduta senza respiro, senza fiato.
Dove sei?
Annaspo, in questa densa realtà di sorrisi.
Soffoco, in questa insulsa città immota.
Salvami, ti prego.Salvami, ti prego.Salvami, ti prego.Salvami, ti prego.Salvami, ti prego.Salvami, ti prego.Salvami, ti prego.Salvami, ti prego.
Salvami. Salvami. Salvami. Salvami.............

domenica, agosto 25, 2013

Salto

Il salto non è quello che mi hai fatto fare nelle acqua cristalline di quel lago.
La paura, non è quella che ho provato nel perdere il controllo di un corpo che lotta con un elemento che non gli è favorevole.
Lo stupore, sì. Quello c'è stato, genuino, inatteso, frizzante. Una riscoperta.
Ma il vero salto, è quello che voglio farti fare, nel mio mondo. Un salto privo di possibilità di ritorno. Un salto dove al posto di cristalline acque, c'è un denso ribollire di sangue.

Se risolverai tutti i miei enigmi, conoscerai Catherine. Questa , Catherine.


venerdì, agosto 23, 2013

Jarro

Perchè si ostinano a non capire?
Credono che questo sia un gioco di pedine  su una scacchiera di sangue?
Non capiscono che è tutto legato unicamente ad una cosa, la Famiglia?
Non comprendono che cosa vuol dire mettere a rischio intere generazioni?
Credono che sia egoista? Che il mio sia un mero ed annoiato spostare pezzi a caso sulla scacchiera?
Non capiscono che ogni cosa è fatta solo per quello scopo?
La Famiglia va protetta. Indipendentemente dal costo e dal sacrificio.
Non esistono compromessi.
Non esistono sconti.
Non esistono indulgenze.
Per cosa mai dovrei esitare? Per quale ideale?
Non esistono ideali.
Gli uomini sono crudeli e vendicativi, e lo sono per motivi personali. Io, lo sono per uno scopo ben più nobile, io lo sono perchè devo proteggere qualcosa.
Mi chiamano Regina? No. Io sono la loro Madre. La loro Salvezza. La Loro protezione.

mercoledì, agosto 21, 2013

Noi

Lo osservo da ore, non posso fare a meno di farlo. Il nostro quadro. Noi.
C'è qualcosa, nel nostro essere vicini, nel nostro desiderarci e posseerci che non avevo mai conosciuto, prima.

La nostra eterna dannazione.
La nostra eterna dipendenza.
Il nostro eterno gioco di dominio.
Il mio eterno dolore.

Ancora non ho compreso quanto bene o male ci facciamo, noi due. Quanto questo vortice che sento dentro il corpo trasinarmi fino a terra sia amore, quanto questo bisogno che è forte quanto la Sete mi rende vulnerabile e debole.
Quanto il mio animo sanguini, per noi.

Eppure ci guardo e sorrido.
E sento la tua bocca su di me. I tue denti su di me- dentro di me -
Ti sento, nel mio sangue  e nel mio corpo.

E cresce il bisogno di vederti e toccarti.
Poco importa se sei con la tua Shelly ora, non mi interessa. 
Voglio solo tu torni da me.

E' una tela di grandi dimensioni, con orientamento verticale, dipinta con tecnica italiana. Su uno sfondo neutro scuro, i protagonisti, in piedi e raffigurati da capo a vita, spiccano come se fossero quasi fluorescenti. Una donna e un uomo - Catherine e Henry - entrambi coi capelli scuri sciolti e gli occhi chiari - grigi lei, azzurri lui. Al primo sguardo, colpisce l'immagine dei due corpi nudi, apparentemente perfetti; tuttavia, a prendersi tutta la scena - e tutto lo sguardo di colui che osserva -, non sono i due corpi, non la loro pelle nivea e liscia, non la loro staticità, non le loro linee audaci, ma il contatto – il loro punto di incontro; quel legame fatto di sguardo e tatto. Occhi che s'intrecciano - parlano tra loro. Dita di lei che chiamano, che premono sul petto di lui, deformandone - e facendone intuire - la consistenza muscolosa, dita che creano pieghe e curve su un corpo altrimenti marmoreo, statuario. Dita che segnano e trattengono, ostentano possesso. Ed è anche quell'altro dettaglio - la cicatrice sul bacino di lei - a rompere la liscezza della pelle e a creare l'imperfezione che spezza ed evidenzia al contempo la perfezione. E dà un leggero dinamismo, assieme a quelle dita. E c’è il desiderio di lui, nel trovarsi sotto l’influenza di lei, nell’essere nelle sue mani, nei suoi occhi. Nell’offrirle se stesso per essere stropicciato secondo il suo volere. Non c'è l'immortalità lì, ma l'Intimità dell'Uomo e della Donna. Un'intimità passionale, prepotente, inquieta. Un'intesa intensa. E c'è una profonda conoscenza, da parte dell'Artista stessa, di questa complicità, come se ella stessa imprimesse qualcosa di proprio in tutto ciò, qualcosa che l'ha trascinata nella pittura. E' un momento in cui il Soggetto non ha nulla di impassibile. La luce scopre e non abbaglia. Le pennellate piccole, da inizialmente lente, divengono via via più rapide e incalzanti, come se venisse man mano sempre più catturata da ciò che dipinge, tanto da esagerare in più punti col contrasto, quasi abbagliante, suggerendo maggiore significatività al Soggetto. In basso a sinistra, in un paio di nere pennellate, N. R]

lunedì, agosto 19, 2013

Lui

Il sole è alto nel cielo ed io fatico a prendere sonno, oggi.
I pensieri si agitano cupi nella mente, sono pensieri di sangue, sono pensieri di morte.
Vedo corpi senza forma e sangue denso ribollire nel baratro dei miei pensieri.
Ed in questo susseguirsi di strazianti immagini l'unico sollievo è il tuo pensiero.
Mi manchi.
Mi manca la tua pelle.
Mi manca il suo sapore.
Mi manca il tuo sangue.
Fa caldo. Sento i raggi pesare sulle tende della stanza, eppure sono costretta ad usare una candela per scrivere.
Mi trema la mano.
La gola brucia, secca e riarsa. Eppure ho bevuto sangue e mangiato carne dolce e morbida di fanciulla, ieri.
Rigiro fra le dita un vecchio bottone di una tua camicia, cercando di sentirlo ancora sul tuo corpo.
Mi manchi.
Semplicemente.
Mi manchi

sabato, agosto 17, 2013

Dannazione

Arrogante, spudorato, cocciuto,  ambizioso e dannatamente furbo.
Dannazione. William Gabriel Whitelaw. Dannazione!
Come posso trovare un mortale con tali caratteristiche affascinante , in qualche modo?
Lui, che mi scioglie i capelli, i capelli che Francois voule che i porti legati dicendo che li preferisce in quel modo. Lui, che riesce a farmi raccontare di me, come se fossi una qualsiasi umana che guarda le stelle sul tetto del teatro.
Dannazione. William. Dannazione.
Perchè lo trovo così interessante?
Già conosco la risposta, ed è stupida. Ed è dannatamente stupida. Ed è un bisogno così disperatamente mortale. Perchè lui?
Perchè mi tratta alla pari.
Ed è una cosa alla quale sono poco abituata, oramai.
Perchè mi fa giocare.
Perchè con le sue frasi ambigue ed il suo modo di fare mi distrare.
Dannazione, William.

Vuoi vedere Catherine?
Vedere Catherine richiede un tributo, un tributo molto caro.
Vedere Catherine, la vera Catherine, richiede del sangue.


lunedì, agosto 12, 2013

Una mossa...

Charlotte.
Non sei costata poco, cara Charlotte, al giovane Krypteia.
Jarro altro non è che un pretesto. Jarro subità solo una parte del mio piano.
Henry, oh Henry, non credere che rinunciare a lei non costi anche a me.
Costerà ad entrambi.
Egli mi deve una mossa sulla scacchiera, una mossa incondizionata, una mossa che sarà obbligato a fare indipendentemente da quello che io chiedo.
Una mossa incondizionata.
Resa? Vendetta? Piacere?
Quale sarà non lo so ancora.
Ma arriverà il momento in cui tu, cara Charlotte mi regalerari lo Scacco Matto.


venerdì, agosto 02, 2013

Ossessione


Charlotte. Francesca.
Due creature interessanti. Così diverse fra loro. Rappresentanti di parti diverse Dell animo umano. Sono affezionata a loro in modi e misure diverse. Eppure vorrei vedere entrambe le loro teste sul mio comodino, con una candela ben piantata nella loro acconciatura. E tutto questo solo per lui. Che debolezza. Che insana gelosia che mi consuma priva di ogni raziocinio. È guardo Charlotte ed Henry parlare, se la osservò mentre cerca di confrontarsi con lui, impegnandosi al meglio per cercare di tenergli testa invano, non riesco a fare altro che pensare quando sarebbe bello staccarle strato per strato il suo bel visino, pelle, muscoli, vasi, lasciando solo ossa ed occhi, e perché no anche la lingua. Eppure a Charlotte sono in qualche modo legata, in lei vedo potenziale, per lei provo una qualche forma di affetto, senso di protezione, che si scontra prepotente con la mia gelosia.
Henry. Mia dannazione. È questo che Francois e Colette provano? Quella passione che ti consuma, malsana, irresistibile, sublime e travolgente?
Oh, Henry. Se le vedrò sollevare troppe volte gli occhi su di te sarò costretta a farglieli mangiare. Infondo, anche così facendo, potrà sempre suonare.
Francesca. Bionda marionetta. Inconsapevole pedina. Non ti ho piu vista, dopo Les Amnes. Non ho più saputo nulla, di te. Non mi piace. Voglio sapere ogni cosa, invece.
Henry. Henry. Henry.
Cosa mi fai diventare ? Quale parte del mio animo risvegli ? Dannazione, dipendenza, desiderio, dominio.
Dannazione , dipendenza, desiderio, dominio.

giovedì, agosto 01, 2013

Ricordi e memorie - 2


Morte della regina.
Quando mi sono offerta a te, quel lontano 23 settembre, tutto sembrava pianificato alla perfezione. Ma nulla andò come avevamo previsto, alla fine. Tutti i nostri bizzarri progetti sono stati alla fine spazzati via dall'unica cosa che ci inportava. Noi. Faceva ancora caldo, per essere la fine di settembre, e nelle ultime settimane mi ero attardata a dipingere Parigi per ore ed ore, cercando di cogliere i diversi toni della luce del sole, che per tutta l'esistenza mi sarebbe stata preclusa. Anche quella sera ero rimasta troppo a lungo seduta a dipingere sul rilievo di monmartre, consumando colori ed occhi nel tentativo di ritrarre un nuovo tramonto di terra e oro sulla mia amata città. Al mio rientro a casa mi aspettavi, braccia conserte , schiena appoggiata alla porta. Sapevo che una di quelle sere sarebbe stata la prescelta , ma non avevi voluto dirmi di più. Hai sorriso, la cicatrice lungo il volto a è tirata appena. Eri ciò di più bello avessi mai visto. Credo che nessuna creatura potrà mai avere il tuo carisma, per me. Ho subito il tuo fascino immortale, ne sono stata travolta, ed è stato ciò che avevo sempre bramato.
"Cathe...." La tua voce era diversa dal solito, colma di aspettativa e trepidante. Mi è bastato sentire l'abbreviativo del mio nome per capire cosa avevi deciso.
Avevamo programmato di concederci una serata a Teatro. Ma era già troppo tardi. Avevamo deciso di camminare lungo la Senna fino all'alba, ma non lo facemmo. Alla fine volevamo essere solo noi, quella notte.
Il vento era caldo e dolce. L'aria appena umida e carica di profumi.
Mi sono abbandonata in una grande vasca in marmo, riempita di acqua e petali di viola. Ho lasciato il mio corpo immerso per interminabili minuti, permettendo solo alle labbra di affiorare in superficie per poter respirare. Volevo sentire il mio cuore. Sono rimasta lì, ascoltando per l'ultima volta quell incessante battere e ribattere fino a quando l'acqua non è diventata fredda. Solo allora mi sono offerta a te. Avevi preparato vestiti e pizzi. Ma non ho voluto nulla se non la mia mortalità.
Volevo offrirmi così a lui, nuda, come in sacrificio. La mia mortalità offerta in cambio della perfezione. Volevo stringerlo a me ancora una volta, volevo che sentisse il mio corpo caldo e vivo, volevo amarlo da mortale ancora una notte.
"Vuoi la perfezione ?"
Non mi hai chiesto altro. Hai atteso il mio assenso e mi hai presa. Il sangue dolce Della mia mortalità ti ha invaso la bocca, la gola, lo ricordo ancora sul tuo volto. Ricordo che tenevi una mano sulla schiena nuda, fra le scapole , mentre l'altra mi stringeva il fianco. Il volto era chino su di me. La bocca si sfamava della mia vita. Poi il tepore del mio corpo ha iniziato a svanire, così come il sangue anche la coscienza lentamente stava scivolando via. Un battito di cuore alla volta. Mi hai baciata. È le tue labbra sapevano del mio sangue. Poi hai accostato il mio volto al tuo torace, dove lungo la retta linea della clavicola scivolava un nettare scuro. Non ricordo come o quando ti sei procurato quell'ampio taglio per me. L'ho assaggiato così, con la punta della lingua prima, come altre volte avevo fatto. Ho inseguito la linea scura sulla tua pelle, fino a trovare con le labbra e con la lingua quella ferita. Allora ho bevuto. È mi ha bruciato la gola, come un alcolico troppo forte e troppo dolce. Cosi ti ho morso, come se gia non fossi stata piu umana quando ancora lo ero. Ti ho sentito urlare, un eco ovattata nella mia evanescente coscienza. Ho bevuto ancora, fino a smettere di respirare. Sono morta così. Nuda fra le tue braccia. Le tue mani non hanno mai smesso di sostenermi. Mai.
Da quella notte, sarebbe iniziata la nostra vera vita insieme. Da quella notte sarei stata educata.

Ricordi e memorie


Oggi ti ho sognato. Era il ricordo di quando mi ha trovata e raccolta. Perche altre parole non possono descrivere meglio cio che hai fatto. Raccolta. come si fa con un oggetto caduto ed abbandonato a terra che rischia di andar perso e calpestato. Ciondolavo sullo sgabello della bettola del 6 arrondissement, scossa dalla febbre, sgualcita dal dolore, con la mancina tremante su un lurido boccale di birra che a stento buttavo giù. Troppo calda, troppp forte, troppo scadente. Gli occhi erano gonfi dal pianto e rossi x la febbre, il corpo scosso da brividi. Non aspettavo altro che essere distrutta da qualcuno. Non aspettavo altro che qualche farabutto mi prendesse, punendomi per ciò che ero ed avevo fatto. Occhi ubriachi e bocche bavose. Odore di sudore , sporcizia e birra. Jean se ne era appena andato. Mi era appena stato strappato dal corpo , il mio corpo. Dalle mani di chi doveva amarmi e proteggermi, da chi doveva essere la mia famiglia. Il dolore del corpo era solo un eco lontano del dolore del mio spirito. Dilaniato dall'atrocità della mente umana. Il tuo tocco è stato delicato. Ho sentito la dolce e fredda mano sulla mia fronte madida di sudore che bruciava per la febbre. Una pressione Appena accennata, paterna. Ti ho schernito, insultato, provocato. Volevo che concludessi il lavoro che la mia famiglia aveva iniziato. Volevo essere consumata e distrutta, punita. Ma tu , Francois, hai sorriso, un bellissimo arricciarsi delle labbra, dietro la cicatrice che ti deturpava il volto . Le tue dita fra i miei capelli. Questa è la sensazione che ricordo. Brividi che si inseguono sul capo, lungo in collo. Tu che mi raccogli i capelli sulla testa , con tocchi delicati 'dovresti portare i capelli così, raccolti' . Francois , mi hai curato il corpo. Come l'ho capito solamente dopo, con il tuo sangue. Quella notte , in cui mi hai salvata , era solo una dolce medicina mandata giù a forza. Francois , il padrone e signore . Francois l'amante e amico . Solo dopo molto tempo sei diventato per me Francois il vampiro , il padre , il compagno. Il mondo. Mi hai ricostruita pezzo dopo pezzo. Come un opera d'arte.
Ricordo quando mi hai detto chi eri , cosa eri e cosa volevi che diventassi . Era novembre, un triste e malinconico tramonto dalle tinte rame tingeva la Senna, il vento era frizzante e pungente. Avevo freddo. La pelle appena accapponata sotto la mantella di lana blu. I capelli raccolti sul capo ; eri sempre tu ad acconciarli, con pazienza, lentamente, anche quando sbuffavo infantile per la fretta. Ma tu non avevi fretta, tu costruivi la perfezione con ogni semplice gesto. Dovevamo andare a Palazzo , quella sera. La sera in cui avrei anche conosciuto la Dama Bianca, Colette, la tua Colette. Colei che ti aveva rubato il cuore , colei che amavi di quella passione che io credo di conoscere solo per Henry, adesso. "È passato un anno, Catherine, un anno da quando tuo figlio è morto. Un anno che hai deciso de dedicare a me. Non mi hai mai chiesto nulla , sul perché ti ho salvata, sul perché ho iniziato a ricostruiti, respiro dopo respiro. A volte mi sono chiesto se già sai quello che sono, e per questo non hai mai domandato nulla"
"Gratitudine e riconoscenza . Questo è ciò che vi devo Signore. Per avermi salvata. Per avermi dato tutte le possibilità dello spirito e del corpo che mi erano state negate" ma infondo io già sapevo. Sapevo che l'uomo che mi nutriva e curava , l'uomo che amavo , non era come gli altri. Cosa certo non potevo inmaginarlo, ma la sua bontà nei miei confronti mi avrebbe fatto accettare ogni verità .
Così mi disse che era una creatura eterna e dannata. Cosi mi disse che segretamente si era cibato di me. Tremavo. Per il freddo e l'emozione. Il cuore mi rimbombava nel petto tanto forte che ebbi paura di morire. Faceva male. Un colpo dopo l'altro, ritmico come un tamburo. Riecheggiava nella testa, assordante.
"Questo è il momento delle scelte. Puoi intraprendere con me un cammino che da mortale ti porterà qui, quando sarai pronta , quando avrò deciso"
Lo fermai. Posando una mano sulla sua bocca, le mie labbra sulla sua cicatrice. Non esistevano alternative. Io ero per lui. Fu quella la prima volta che mi prese consapevolmente. Non mi importava nulla del tributo del sangue .Da li mi avrebbe cresciuta solo x diventare quello che sono ora, una regina di un mondo di marionette. Per Diventare come lui avrei pagato ogni prezzo, nulla sarebbe stato più doloroso di quello che mi avevano fatto gli uomini , nessun dolore più grande di quello che la mia famiglia mi aveva fatto provare. Ti amo , Francois. Ti amo ancora, dopo due secoli.

Pensieri confusi


Parigi. Culla del mio animo . Nettare prelibato e dolcissimo . Camminare per le stette vie colme di vita e suoni mi riempie l'animo di pensieri caldi e delicati, di ricordi e memorie. Sono andata a trovare Liselle, sono andata a vedere dove riposa la famiglia Neiguex. Sono andata da Jean. Sono andata dal mio bambino. Duecento anni di lutto , per lui, per Francois. Sono venuta a cercare di dirvi addio anche questa volta . Che sia questo dolore l'eterna dannazione del mio dono oscuro ?
Parigi . Casa .
Culla di dolci perversioni di sangue e passioni.
Qui, dove tutto è concesso . Ieri ho danzato con un uomo, mentre mi teneva troppo stretta a se , contro il galateo e l'etichetta , ho bevuto da lui. L'ho amato e desiderato. Me ne sono cibata, per due, tre, forse quattro balli. È rideva , felice. Ed io ho riso con lui, dimentica del dolore. E l'ho lasciato così , ebbro del piacere del mio bacio, con il ricordo di una notte bellissima . Si, a Parigi umani e vampiri possono danzare insieme. Vi voglio qui con me, voi ... Che siete i miei amori , voi , che siete i miei affetti. Henry , Sebastian, Chatlotte.... Si , vi voglio con me, in questa danza eterna e senza tempo . Vi voglio vedere ridere . Con me.
Mi sono domandata molte volte come combinare tutti loro nella mia vita. Che pezzi sono . Henry, il re? Sebastian da pedone riuscirà a diventare alfiere ? Charlotte ? William? Setsuna? La torre ? Angelus il cavallo? Ed i corvi ?e Francesca ? Troppi pezzi. Qualcuno va eliminato da questa scacchiera. Qualche pezzo sacrificato .
Sono poi disegnati sulle pagine successive una serie di ritratti.
Henry. ( un disegno del volto del giovane , dipinto unicamente in rosso, dal capo cinto da una corona si spine , il volto rigato di sangue. Il mento è appena solllevato, mettendo in risalto il disegno della bocca.Ride, nel ritratto, non vi è ombra di sofferenza nel suo sguardo. Accanto a lui il profilo del collo di una donna , piegato appena di lato, che sfuma in secondo piano rispetto al più intenso dipinto di henry, e stretto attorno al collo è disegnato uncollare decorato da diverse punte e spine che lacerano e feriscono la pelle della donna)
Sebastian ( il volto del giovane è ritratto di profilo, lo sguardo abbassato, quasi sottomesso. Però sorride, le labbra sono piegate dolcemente verso l'altro. è un sorriso gentile, delicato. Il colore predominate è il blu. È blu è anche la farfalla disegnata sopra il suo volto, in modo tale che al profilo del giovane corrisponda quello Dell ala della farfalla stessa)
Charlotte e Francesca. ( disegnate con una pallido color oro, come figure dai corpi nudi che si intrecciano su una chiave di violino . Hanno gli occhi chiusi . Entrambe . Sembrano adagiate l'una nell'altra e seguono alla perfezione il profilo del simbolo musicale )
Gabriel ( qui a dominare è il nero. Intensi tratti alternati a Sfumature deliate) Sono disegnate le mani posate sulle corde di un arpa il primo piano. Quindi dietro a questo dettaglio , ritratto con cura quasi maniacale, si intravvede il volto di William, che si confonde dietr le corde dell arpa , in un morbido grigio . Ha uno sguardo vagamente beffardo)