La Stanza dei Desideri

La Stanza dei Desideri
Perche' io sono la prima e l'ultima, Io sono la venerata e la disprezzata, Io sono la prostituta e la santa, Io sono la sposa e la vergine, Io sono la mamma e la figlia, Io sono le braccia di mia madre, Io sono la sterile, eppure sono numerosi i miei figli. Io sono la donna sposata e la nubile, Io sono colei che da' la luce e colei che non ha mai procreato, Io sono la consolazione dei dolori del parto. Io sono la sposa e lo sposo, E fu il mio uomo che mi creo'. Io sono la madre di mio padre, Io sono la sorella di mio marito, Ed egli e' il mio figliolo respinto. Rispettatemi sempre, Poichè io sono la scandalosa e la magnifica.

giovedì, agosto 01, 2013

Ricordi e memorie - 2


Morte della regina.
Quando mi sono offerta a te, quel lontano 23 settembre, tutto sembrava pianificato alla perfezione. Ma nulla andò come avevamo previsto, alla fine. Tutti i nostri bizzarri progetti sono stati alla fine spazzati via dall'unica cosa che ci inportava. Noi. Faceva ancora caldo, per essere la fine di settembre, e nelle ultime settimane mi ero attardata a dipingere Parigi per ore ed ore, cercando di cogliere i diversi toni della luce del sole, che per tutta l'esistenza mi sarebbe stata preclusa. Anche quella sera ero rimasta troppo a lungo seduta a dipingere sul rilievo di monmartre, consumando colori ed occhi nel tentativo di ritrarre un nuovo tramonto di terra e oro sulla mia amata città. Al mio rientro a casa mi aspettavi, braccia conserte , schiena appoggiata alla porta. Sapevo che una di quelle sere sarebbe stata la prescelta , ma non avevi voluto dirmi di più. Hai sorriso, la cicatrice lungo il volto a è tirata appena. Eri ciò di più bello avessi mai visto. Credo che nessuna creatura potrà mai avere il tuo carisma, per me. Ho subito il tuo fascino immortale, ne sono stata travolta, ed è stato ciò che avevo sempre bramato.
"Cathe...." La tua voce era diversa dal solito, colma di aspettativa e trepidante. Mi è bastato sentire l'abbreviativo del mio nome per capire cosa avevi deciso.
Avevamo programmato di concederci una serata a Teatro. Ma era già troppo tardi. Avevamo deciso di camminare lungo la Senna fino all'alba, ma non lo facemmo. Alla fine volevamo essere solo noi, quella notte.
Il vento era caldo e dolce. L'aria appena umida e carica di profumi.
Mi sono abbandonata in una grande vasca in marmo, riempita di acqua e petali di viola. Ho lasciato il mio corpo immerso per interminabili minuti, permettendo solo alle labbra di affiorare in superficie per poter respirare. Volevo sentire il mio cuore. Sono rimasta lì, ascoltando per l'ultima volta quell incessante battere e ribattere fino a quando l'acqua non è diventata fredda. Solo allora mi sono offerta a te. Avevi preparato vestiti e pizzi. Ma non ho voluto nulla se non la mia mortalità.
Volevo offrirmi così a lui, nuda, come in sacrificio. La mia mortalità offerta in cambio della perfezione. Volevo stringerlo a me ancora una volta, volevo che sentisse il mio corpo caldo e vivo, volevo amarlo da mortale ancora una notte.
"Vuoi la perfezione ?"
Non mi hai chiesto altro. Hai atteso il mio assenso e mi hai presa. Il sangue dolce Della mia mortalità ti ha invaso la bocca, la gola, lo ricordo ancora sul tuo volto. Ricordo che tenevi una mano sulla schiena nuda, fra le scapole , mentre l'altra mi stringeva il fianco. Il volto era chino su di me. La bocca si sfamava della mia vita. Poi il tepore del mio corpo ha iniziato a svanire, così come il sangue anche la coscienza lentamente stava scivolando via. Un battito di cuore alla volta. Mi hai baciata. È le tue labbra sapevano del mio sangue. Poi hai accostato il mio volto al tuo torace, dove lungo la retta linea della clavicola scivolava un nettare scuro. Non ricordo come o quando ti sei procurato quell'ampio taglio per me. L'ho assaggiato così, con la punta della lingua prima, come altre volte avevo fatto. Ho inseguito la linea scura sulla tua pelle, fino a trovare con le labbra e con la lingua quella ferita. Allora ho bevuto. È mi ha bruciato la gola, come un alcolico troppo forte e troppo dolce. Cosi ti ho morso, come se gia non fossi stata piu umana quando ancora lo ero. Ti ho sentito urlare, un eco ovattata nella mia evanescente coscienza. Ho bevuto ancora, fino a smettere di respirare. Sono morta così. Nuda fra le tue braccia. Le tue mani non hanno mai smesso di sostenermi. Mai.
Da quella notte, sarebbe iniziata la nostra vera vita insieme. Da quella notte sarei stata educata.